Ara lausetz, lauset, lauset

ED ORGIA SIA! Ecco ciò che dispone l'abate.

Correva l'anno 880 quando il grande re Goffredo il Villoso, fondatore della Catalogna, vide il termine del bel convento di Santa Maria di Ripoll da lui molto molto desiderato in onore del figlio Radulfo, che ne divenne assai presto abate.
Il convento possedeva grandi e belle terre e inoltre godeva di diritti pubblici e privilegi giuridici; poi era esente dalla giurisdizione ordinaria ed i monaci erano liberi di eleggere a proprio piacimento l'abate.
Il re Goffredo, cinque anni dopo fece lo stesso per la sua amata figlia Emma, per la quale edificò il monastero di Sant Joan de les Abadesses, luogo franco e dedicato alle sole donne.
Emma crebbe nel monastero tra agi e studio, lì difatti venne ben educata fino a che divenne ella stessa, badessa.
Sant Joan de les Abadesses
I monasteri erano centri culturali assai importanti e fondamentali; quello di Ripoll, per esempio, possedeva ben 66 manoscritti nel X secolo, già nel 1008 erano 120 e pochi anni dopo 246, un patrimonio enormissimo considerando il lavoro, il tempo ed il costo che ogni manoscritto richiede.
Nel XIII secolo all'interno dello scriptorum del monastero di Sant Joan de les Abadesses veniva terminato un manoscritto rimasto anonimo che è riuscito a sopravvivere al tempo, alle catastrofi naturali e soprattutto umane, questo è chiamato: "il manoscritto anonimo di Sant Joan de les Abadesses".
In questa stupenda opera vennero inserite canzoni e melodie di vari temi e argomenti e tra esse vorrei presentarvi quella comunemente chiamata "Ara lausetz, lauset, lauset".

Nella canzone, della quale vi ho tradotto il testo, troviamo un gruppo di monaci che con dedizione si danno da fare per convincere una donna a seguirli nel convento così da soddisfare le loro voglie e quelle dell'abate, naturalmente.
Roman de la Rose
Essi sostengono che si divertirà così tanto che al mattino nemmeno il suono della campana potrà destarla a causa di tutti gli allegri "battacchi" che nella notte hanno suonato per lei.

Certo, potrà sembrare assurdo a noi persone moderne immaginare che un monaco o una monaca trascrivesse con tanta cura e minuzia una canzone del genere, considerando poi anche il costo in tempo e danaro che il lavoro richiedeva, eppure questo è il medioevo, ed ancora oggi non smette di stupire ed affascinare, nemmeno in questi nostri secoli bui.






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CD: Amors e Canso
Per l'acquisto dell'opera: Amors e Canso

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Testo

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.
«Bela, si vos eravatz moina de nostra maiso,
a profit de totz los moines vos pendriatz liuraso; 
mas vos non estaretz, bela, si totz lo jorns enversa no»,
zo dix l’abbet.

«Bela, si vos voliatz en nostr’orden remanir,
gras capos ne grosses oches no vos poirian falir;
mas a vos covenra, bela, ab totz los monges a jazir
ez ab l’abbet.

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.

Er nos em qatre vint moines tuit d’una religio,
e qan l’uns fa tort a l’altre ab grans verges nos batom;
mas vos no seretz batuda si de colps de cuilos no»,
zo dix l’abbet.

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.

«Si vos ez qatre vint moines, jo vulria mais de cen,
e serai•ne fort irea si no•us ren totz recreenz;
levarai vos la quintena, firetz tuitx ardiamen
ab vostr’abet».

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.

«Bela, anuit intraretz dinz en nostre dormitor;
de cincanta qatre moines vos en farem cobertor:
non ausirez sein ne clotxa si de vits sejornatz no»,
zo dix l’abbet.

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.

Aras n’intra nostr’amia ab los fraires el dormitor:
ja non exira la bela tro qe dessus e desor
li don l’abbet.

Ara lausetz, lauset, lauset li comandamen l’abbet.


Traduzione

Ora sia lode, lode, lode a ciò che l'abate dispone!

“Bella, se foste monaca del nostro monastero,
a vantaggio di tutti i monaci prendereste la vostra razione;
ma non lo sarete, bella, se non sempre in posizione prona”,
questo disse l'abate.

“Bella, se voleste rimanere nel nostro ordine,
non vi potrebbero mancare grassi capponi e grosse oche;
ma dovrete, bella, giacere con tutti i monaci
e con l’abate.

Ora sia lode, lode, lode a ciò che l'abate dispone!

In questo momento siamo ottanta monaci, tutti di uno stesso credo,
e quando l'uno fa torto agli altri lo battiamo con grandi bastoni;
ma voi non sarete battuta se non da colpi di coglioni”,
questo disse l’abate.

Ora sia lode, lode, lode a ciò che l'abate dispone!

“Se voi siete ottanta monaci, ne vorrei più di cento
e mi irriterei molto se non riuscissi a sfiancarvi tutti quanti;
drizzerò davanti a voi la quintana: colpirete tutti con ardimento insieme
al vostro abate”.

Ora sia lode, lode, lode a ciò che l'abate dispone!

“Bella, questa notte entrerete nel nostro dormitorio
e in cinquantaquattro monaci vi faremo da coperta:
non sentirete squillo né campana, ma solo battacchi ben riposati”,
questo disse l’abate.

Ecco che la nostra amica entra con i frati nel dormitorio:
non ne uscirà, la bella, finché l'abate non gliene dà di sopra e di sotto!
Ora sia lode, lode, lode a ciò che l'abate dispone!