Foebus Abierat

Foebus Abierat, quando l'amore termina all'alba


Siamo alla fine del X secolo, ormai prossimi ad entrare nell’anno 1000.

Le notti di Aprile, ormai quasi giunto al termine, iniziano ad essere più miti. Febo ha ormai terminato il suo viaggio cedendo il posto a Luna, che inizia ad illuminare d’argento le sorgenti della foresta e la caccia degli animali notturni, pronti ad assalire le loro prede.

I suoi raggi penetrano attraverso le finestre della stanza di una donna che cullata dal fresco venticello primaverile, inizia ad assopirsi.
Una voce però la chiamò sussurrandole dolci parole interrotte da sospiri e lacrime.

La donna rabbrividì al gelido tocco di quella presenza, ma riconobbe in quella voce qualcosa di familiare: era il suo vero amore e lei lo aveva riconosciuto nonostante la tenue luce della Luna.

Dopo un attimo di smarrimento la donna tese le braccia e strinse forte questa presenza a se, senza chiedersi nulla ma godendo semplicemente di quell’istante in cui i corpi dei due amanti si erano uniti.

Era felice di aver ritrovato finalmente il suo amato perduto.

Quel momento stupendo però durò poco ed il sangue le si gelò nelle vene quando, aprendo gli occhi, si rese conto che non c’era nessuno tra le sue braccia. Ormai desta, urlò forte: “Dove stai fuggendo? Ti prego aspetta, se vuoi io ti seguirò perché voglio vivere con te, per sempre!”

Subito si sentì sciocca e si pentì di aver così parlato.

Sprofondando nel letto notò che le finestre erano state aperte, i raggi di Diana entravano illuminando debolmente il pavimento della sua stanza mentre le tende danzavano pigramente cullate dal dolce sospiro del vento di Aprile che cercava invano di asciugare le tristi lacrime che bagnarono il suo viso fino al mattino.

Coitus Liber dal manoscrtitto “Tacuina sanitatis”
Questo è ciò che viene raccontato nel poema “Foebus Abierat”, composto al termine del X secolo nel nord Italia.

La vicenda narra di una misteriosa ed onirica visita notturna da parte di un amante alla sua amata, il clima è decisamente erotico nonostante il linguaggio sia latino ecclesiastico. Dell’autore o autrice non sappiamo nulla, nemmeno il sesso, ma ciò che conta è che questo stupendo scritto sia giunto fino a noi.
La  forma della composizione è quella della ballata; questo dettaglio rende tutto ancora più intrigante dato che conferma l'esistenza del concetto di “amore che termina all’alba” già nel 900 d.C..
Per tutto il corso del medioevo infatti con il termine “alba” si intenderà il sottogenere della poesia lirica occitanica che ha per protagonisti due amanti costretti a separarsi, per varie ragioni, allo spuntare del giorno dopo una notte d’amore.
La stupenda versione di Foebus Abierat registrata dell’ensemble tedesco Sequentia riporta in vita questa composizione onirica con una sensibilità unica, figlia degli studi accurati che l’ensemble da sempre dedica alle sue opere.
Foebus Abierat è estratta dal disco Lost Songs of the Rhineland Harper, lavoro basato su opere musicali e poetiche dell’alto medioevo, suonate con l’intenzione di essere il più storicamente accurate possibile.

FOEBUS ABIERAT


Foebus abierat subtractis cursibus:
equitabat soror effrenis curribus,
radios inferens silvanis fontibus,
agitando feras pro suis rictibus.

Mortales dederant menbra soporibus.

Aprilis tempore quod nuper transiit
fidelis imago coram me adstitit,
me vocans dulciter pauxillum tetigit:
oppresa lacrimis vox eius deficit,

suspirans etenim loqui non valuit.

Illius a tactu nimis intremui,
velud exterrita sursum insilui,
extensis brachiis corpus applicui,
exanguis penitus tota derigui - 

evanuit enim! nichil retinui!

Sopore libera exclamo fortiter;
“ quo fugis, amabo? Cur tam celeriter?
Siste gradum, si vis inibo pariter,
nam tecum vivere volo perhenniter! “

Mox me penituit dixisse taliter.

Aperte fuerant fenestre solii,
fulgebant pulcriter Diane radii -
heu me, heu miseram! Tam diu dolui,
fluxerunt per genas ploratus rivuli:
donec in crastinum nunquam abstinui.


ITALIANO

Foebus era partito, il suo viaggio era giunto al termine
sua sorella stava già cavalcando a briglia spiegata
spargendo i suoi raggi sulle sorgenti della foresta
illuminando la selvaggia caccia degli animali notturni.
Le membra dei mortali erano già sprofondate nel sonno.
Una notte, quando Aprile era quasi giunto al termine
l’immagine del mio vero amore sorse difronte a me 
chiamandomi piano, toccandomi dolcemente
la sua voce lo tradì, sopraffatta dalle lacrime
i sospiri gli impedivano di parlare.
Al suo tocco tremai timorosa
e rimasi atterrita
tesi le braccia e strinsi il suo corpo al mio
il sangue mi si gelò nelle vene e mi fermai subito
perchè era svanito! Le mie braccia non stringevano nulla!
Ormai sveglia gridai forte:
"Dove stai fuggendo? Ti prego non così in fretta!
Aspetta, se vuoi verrò anche io,
perché voglio vivere con te per sempre! "
Subito mi pentii di aver parlato così.
Trovai le finestre della stanza aperte
i raggi di Diana splendevano in tutta la loro bellezza
mentre io miseramente soffrivo
e fiumi di lacrime scendevano sulle mie guance 
e fino allo spuntare del giorno, il mio pianto non cessò.

Foebus Abierat, quando l'amore termina all'alba

Ensemble: Sequentia

VIDEO

Tutti i diritti riservati all'ensemble Sequentia. Il video ha il solo scopo di diffondere la bellezza della musica del medioevo.

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