Guiraut Riquer

L'ultimo dei trovatori, Guiraut Riquer


Quante volte può accadere di provare malinconia verso periodi storici mai vissuti?
A volte la cause possono essere le parole di qualcuno, la musica, un film ben fatto oppure un libro ben scritto, fatto sta che questa sensazione ci fa provare il desiderio, forse infantile, di poter tornare indietro nel tempo in epoche dove crediamo che le nostre idee, i nostri stili di vita e le nostre passioni possano trovare maggior appagamento.
Questa malinconia non è affatto un’esclusiva dei secoli moderni.

Siamo nel XIII secolo in Occitania, una splendida regione che si estendeva dalla Spagna all’Italia, includendo ovviamente tutta la fiorita e calda Francia del sud. 
Un musicista, un poeta di Narbona di nome Guiraut Riquier, tristemente si rammaricava di essere nato in ritardo, in un' epoca crepuscolare per la preziosa e rispettata arte dei trovatori, cantori di gesta e compositori di musiche e poesie, amati dalle corti e dal popolo. A Narbona regnava il visconte Aimeric IV, un fiero condottiero che non vedeva di buon occhio i musicisti ed i poeti come Guiraut Riquier. 
Guiraut però aveva la fortuna di conoscere il sovrano di Spagna Alfonso X detto il Saggio, con il quale intrattenne per anni una fitta corrispondenza epistolare. 
Ora, per chiunque sia appassionato di musica antica, Alfonso X non ha bisogno di presentazioni in quanto è solo a lui che si deve il codice delle Cantigas de Santa Maria, “scrigno” contenente centinaia di canzoni arricchite da altrettante immagini dettagliate, raffiguranti musicisti e strumenti musicali di ogni sorta.
Alcune delle composizioni contenute in questo codice sono proprio del nostro Guiraut che finalmente intorno al 1270 decide di recarsi in Spagna per frequentare la stimolante corte di Alfonso X.
Una volta giunto a corte si stupì nel constatare che anche lì il mondo stava mutando, le persone comuni ed i cortigiani iniziavano a preferire pettegolezzi e volgari esibizioni semi-grottesche alla musica ed alla poesia dei trovatori, dei trovieri e delle trobairitz degli anni precedenti. Scrisse dunque una supplica ad Alfonso X in cui proponeva una classificazione delle arti ponendo al primo posto i dottori in poesia, al secondo i trovatori e menestrelli ed al tutti gli altri intrattenitori da lui definiti "buffoni".
Il suo animo irrequieto però lo porta a voler partire ancora una volta ed ecco che seguendo la via dei pellegrini, Guiraut decide di mettersi in viaggio verso Santiago de Compostela. Immaginate: persone di ogni rango sociale e di ogni paese d’Europa che si incontravano scambiandosi opinioni e informazioni, mentre la sera quando si ritrovano nelle numerose locande che offrono alloggio ai viandanti, intonano canti e suonano insieme canzoni e ballate, per poi ripartire allo spuntare dell’alba.
Al suo ritorno Guiraut si ferma alla corte di Enric II de Rodés, nobile uomo, mecenate dei trovatori oltre che trovatore lui stesso, al quale Guiraut dedica persino alcune delle sue opere.
Guiraut però inizia ad essere stanco di condurre una vita in cui è costretto ad un “futile vagabondare” e si lamenta di questo scrivendo che vorrebbe un signore che lo proteggesse come si deve, affinché non debba più essere obbligato a peregrinare da una corte all’altra. Vorrebbe smettere di fare questa vita dato che “i conoscitori sono così poco numerosi che non vi si onora né il sapere né il talento poetico.” 
Guiraut per i suoi meriti nella musica e nella poesia ottenne il titolo di Doctor de Trobar. Fu lui ad inventare nuovi stili di componimento tra i quali il serena, un genere poetico incentrato sul desiderio provato dagli amanti per l’arrivo del tramonto e quindi del momento del loro incontro. 
Infine, ormai vecchio e stanco, Guiraut decide di tornare nella sua città natale, Narbona. Continua a comporre musica e poesie ma purtroppo la sua musa, da lui sempre chiamata Belh Deport, alla quale aveva dedicato le parole più dolci, è morta. Per esserle fedele Guiraut dedica i suoi nuovi componimenti d'amore esclusivamente alla vergine Maria.

Nel corso della sua vita Guiraut Riquier, l’ultimo dei trovatori, ha sempre trovato il tempo di ordinare con rigore e metodo tutte le sue opere che grazie alla sua dedizione sono giunte fino a noi, numerose ed ordinate. 
L’ensemble Perceval ha preso parte delle sue canzoni e le ha riportate in vita con cura e passione.  Vi riporto inoltre parte della sua composizione “Be.m degra de chantar tener” perchè credo sia il testo più rappresentativo per avvicinarsi al pensiero ed alla malinconia provata da Guiraut per un passato mai vissuto. Le sue parole sono così attuali che viene da chiedersi se da quegli anni il mondo sia andato nella direzione migliore possibile.


I. 
Be·m degra de chantar tener,
quar a chan coven alegriers
e mi destrenh tant cossiriers,
que·m fa de totas partz doler,
remembran mon greu temps passat,
esgardan lo prezent forsat
e cossiran l’avenidor,
que per totz ai razon que plor.

II.
Per que no·m deu aver sabor
mos chans qu’es ses alegretat;
mas Dieus m’a tal saber donat,
que·n chantan retrac ma folhor,
mo sen, mon gauch, mon desplazer
e mon dan e mon pro, per ver,
qu’a penas dic ren ben estiers,
mas trop suy vengutz als derriers.

III.
Qu’er non es grazitz lunhs mestiers
menhs en cort, que de belh saber
de trobar; qu’auzir e vezer
hi vol hom mais captenhs leugiers
e critz mesclatz ab dezonor;
quar tot quan sol donar lauzor
es al pus del tot oblidat,
que·l mons es quays totz en barat.


I. Dovrei smettere di cantare, perché il canto ha bisogno di spensieratezza, e invece l’inquietudine mi opprime così tanto che soffro per qualsiasi cosa intorno a me, mentre ripenso alle mie difficoltà passate, contemplo il presente violento, e guardo con preoccupazione al futuro. Ho tutti i motivi per piangere.

II. Il mio canto non dovrebbe darmi gusto, poiché è privo di allegria; ma Dio mi ha dato proprio la capacità di esprimere nel canto i miei pensieri folli o saggi, le mie gioie, le mie insoddisfazioni, e ciò che mi nuoce o mi giova, così che non riesco a esprimere nulla altrettanto bene in un’altra maniera, visto che sono nato troppo tardi.

III. Oggigiorno nessuna attività è meno stimata a corte della bella arte di comporre canzoni; la gente preferisce vedere atti frivoli e ascoltare pettegoloezzi scandalosi. Tutto ciò che era solito suscitare lodi ora è del tutto dimenticato, perché il mondo è quasi interamente in svendita.




Le trobadour GUIRAUT RIQIER






ensemble: Perceval
opera: Le trobadour GUIRAUT RIQIER


Tutti i diritti riservati ai musicisti dell'ensemble Perceval, il video ha il solo scopo di diffondere la bellezza della musica nel medioevo

Plus Astres No M'Es Donatz (Retroencha)
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S'Ieu Ja Trobat Non Agues (Canso)
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Ongan No Cugey Chantar (Canso)
Qui's Tolgues (Vers : Poésie Morale)
Creire M'An Fag Mey Dezir (Canso)
Ples De Tristor, Marritz E Doloiros



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